Da: "Ufficio Stampa M.Argentario" A: Oggetto: SALVATO UN DELFINO Data: martedì 25 ottobre 2005 18.12 COMUNE DI MONTE ARGENTARIO Dall'Acquario Comunale dell'Argentario riceviamo la cronaca dell'avventuroso salvataggio di un piccolo delfino 14 OTTOBRE ORE 15: Bruno Di Meglio, comandante del Peschereccio Nettuno II, a circa due miglia ad ovest delle Formiche di Grosseto avvista un piccolo delfino che,imprigionato da una fune avvolta sia intorno alla coda che intorno al muso, trascina con fatica una boa di segnalazione. Dopo vani tentativi di avvicinare l’animale per liberarlo, avvisa via radio il Presidente dell’Accademia Mare Ambiente di Porto Santo Stefano Massimo Barlettani. Viene subito allertata la Guardia Costiera ed il nucleo di volontari del Centro Recupero Cetacei dell’A.M.A. ORE 15,45: grazie all’immediata disponibilità della Guardia Costiera la Motovedetta C.P.868 parte a gran velocità. A bordo, oltre all’equipaggio militare, composto dal Comandante Maurizio Comunale, da Nicola Termini e da Gianfranco Corona, i due volontari del Centro Recupero Cetacei Maurizio De Pirro ed Alessandro Tommasi e l’istruttore subacqueo Enrico Fioroni del Centro Immersioni Costa D’Argento di Porto Santo Stefano. ORE 16,25: l’avvistamento dell’animale che, benché assistito amorevolmente dalla madre, una femmina di tursiope di oltre due metri e mezzo di lunghezza, ormai stremato, trascina con fatica molte decine di metri di sagola, una boa ed un piombo. Dopo diversi tentativi la boa viene intercettata e collegata ad una cima galleggiante. Si comprende subito come la madre, animale poderoso ed agile, non intenda assolutamente abbandonare il piccolo, decisa a difenderlo da chiunque ed a qualsiasi costo. Per questo, temendone gli attacchi, si decide di entrare in acqua soltanto se non se ne potrà fare a meno e dopo aver tentato il recupero da bordo della motovedetta. Per fortuna, lentamente e con delicatezza per non incidere le carni del piccolo, si recupera la sagola che, metro dopo metro, viene raccolta sul pagliolo dell’imbarcazione. Finalmente si riesce ad afferrarne la coda ed a tagliare le molte volute che imprigionano l’animale impedendone i movimenti. Poi è la volta del muso che viene liberato con maggior facilità prima che il “delfinetto”, lungo circa un metro e trenta, scompaia nel blu. Dopo i momenti concitati, scanditi dai colpi di coda sia del piccolo che della grande mamma, dagli spruzzi e dalla schiuma bianca, la calma del mare che torna piatto, blu e silenzioso. Ma……ancora pochi attimi ed ecco i due animali che, perfettamente affiancati e sincronizzati, regalano all’ equipaggio della motovedetta lo splendido spettacolo di un doppio salto a pochi metri dall’imbarcazione: un ringraziamento nello stile, con la gioia e con l’eleganza che solo i delfini sanno esprimere. ORE 17,40: si rientra a Porto Santo Stefano con tanta gioia nel cuore. Forse sarà banale, ma in un mondo nel quale, nostro malgrado, non passa giorno nel quale non si subisca la notizia di una madre che ha ucciso il proprio figlio gettandolo nel cassonetto all’angolo della strada, è stato straordinariamente bello aver aiutato una mamma a tornare a nuotare libera nel blu del suo mare con il proprio piccolo, un figlio che non ha mai abbandonato, aiutandolo, sostenendolo e confortandolo amorevolmente.… a qualsiasi costo, rispettando quelle ataviche leggi naturali che forse l’ uomo ha dimenticato. I complimenti dell’Accademia Mare Ambiente a Bruno Di Meglio del peschereccio Nettuno II per la sua encomiabile buona azione. all.file foto Porto S.Stefano, 25 ottobre 2005